Eugenio Montale

Tra i massimi poeti italiani del Novecento, già dalla prima raccolta ''Ossi di seppia'' (1925) fissò i termini di una poetica del negativo in cui il "male di vivere" si esprime attraverso la corrosione dell'Io lirico tradizionale e del suo linguaggio. Questa poetica viene approfondita nelle ''Occasioni'' (1939), dove alla riflessione sul male di vivere subentra una ''poetica dell'oggetto'': il poeta concentra la sua attenzione su oggetti e immagini nitide e ben definite che spesso provengono dal ricordo, tanto da presentarsi come rivelazioni momentanee destinate a svanire.

Dopo ''La bufera e altro'' (1956), raccolta delle poesie degli anni della guerra (Bufera) e di quelli immediatamente successivi, per un decennio si dedica alla critica musicale, teatrale e letteraria, accantonando la poesia. Nel 1963 muore la moglie e ciò dà avvio a una fase di ripresa, in cui il poeta affronta nuovi temi e sperimenta nuovi stili: ''Satura'' (1971), ''Diario del ’71 e del ’72'' (1973) e ''Quaderno di quattro anni'' (1977).

Nel 1967 è stato nominato senatore a vita e nel 1975 ha ricevuto il premio Nobel per la letteratura. da Wikipedia
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