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La Biblioteca Isola di Libri riaprirà al pubblico da settembre nel rispetto delle disposizioni in vigore per l'emergenza sanitaria.
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Lo sapevi che...?
Ogni giorno, nel nostro parlare comune, ancora dopo sette secoli, usiamo espressioni e modi di dire che derivano proprio dall'opera più importante di Dante! Quando si dice che Dante fu il padre della lingua italiana...
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"Stai fresco...!" si usa per indicare che qualcosa probabilmente andrà a finire male, espressione usata spesso in modo ironico per situazioni più o meno gravi. Questa espressione proviene dal verso 117 del Canto XXXII dell’Inferno (là dove i peccatori stanno freschi), in cui si descrive il lago di Cocito, in cui i peccatori sono immersi nel ghiaccio (la percentuale di corpo sommersa nel ghiaccio è direttamente proporzionale alla gravità del peccato commesso).
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"Non mi tange" vale per: “non mi importa”, “non mi interessa”. Ci troviamo, in questo caso, nel Canto II, verso 92, "che la vostra miseria non mi tange": a parlare è Beatrice, che ordina a Virgilio di accompagnare Dante nella prima parte del suo viaggio. Il verso ci illustra come Beatrice possa stare nella sofferenza (“miseria”) senza che essa la tocchi e la corrompa (“tange”). È una frase che oggi è usata anche in tono scherzoso ma che indicava in origine un tema molto serio e caro al Poeta.
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Anna Maria Ortese
"La bontà è la sola libertà dell'uomo. Tutto ciò perché la sua vera catena è la non-bontà (il culto dei propri beni). Essere buoni è superare la forza di gravità"
Anna Maria Ortese (Roma 1914 – Rapallo 1998) è stata una scrittrice italiana che ha saputo sperimentare molti generi letterari, dal racconto al romanzo, dalla poesia al saggio, dallo scritto di viaggio al testo teatrale; ha collaborato, inoltre, con varie testate giornalistiche. Nonostante la sua vasta produzione, non ha mai ottenuto in vita un gran successo di pubblico e di critica, pur ricevendo importanti riconoscimenti, quali il Premio Viareggio nel 1953 per la raccolta di racconti di sapore neorealistico "Il mare non bagna Napoli" e il Premio Strega nel 1967 con il romanzo "Poveri e semplici", di un intimismo quasi cecoviano. Non ebbe una vita facile, colpita da lutti e travagli familiari ed incomprensioni letterarie che la portarono a varie peregrinazioni in Italia e all’estero e a vivere lunghi periodi di precarietà economica. Tra una città e l’altra, l'autrice cominciò a pubblicare alcune opere che non ebbero mai un vero successo di vendite ma solo qualche "eco di polemica"; ebbe tuttavia diversi sostenitori nel mondo letterario, uno fra tutti Pietro Citati, che la definirà "la zingara sognante", cogliendo l’essenza stessa del suo sentire.
Anna Maria Ortese muove infatti dal "realismo magico" italiano dei suoi primi racconti, spaziando poi all'invenzione fantastica di tipo surrealistico, arrivando ancora all'argomentazione saggistica e alla documentazione neorealistica dei romanzi del dopoguerra, sino alla polemica morale delle ultime opere. Ecco perché può essere definita una scrittrice a tutto campo, la cui poliedricità di stili non esclude comunque il ritorno quasi ossessivo nelle sue opere di alcuni elementi tematici: la "casa" come rifugio mitico e luogo di sentimenti estremi, come la felicità e l'angoscia, e il "mare", il cui movimento simboleggia il lavoro della sua scrittura, in cui pensieri, ricordi e percezioni agiscono con un moto continuo, modellando l’opera nella struttura e nella sostanza.
Quasi autodidatta, la sua povera formazione scolastica - costituita solo dalle scuole elementari e da un anno di scuola commerciale - fa risaltare ancor più la perfezione stilistica della sua opera, riconosciuta anche dalla giuria del Campiello che le assegnò nel 1997 il premio alla carriera. Come si dice... Meglio tardi che mai!
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Vi proponiamo alcuni consigli per letture interessanti, per arricchirci e riflettere!
Sono testi che potete trovare presso la nostra Biblioteca Isola di Libri.
È possibile contattarci via email all'indirizzo biblioteca@nuovaacropoli.it per prenotare un appuntamento ed accedere al prestito.
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In "Vita brevis", l’espediente letterario è il ritrovamento a Buenos Aires, da parte dell'autore, di un manoscritto custodito presso una piccola libreria antiquaria che si rivela essere una missiva di Floria Emilia, ex amante e convivente dell'illustre Sant’Agostino. Floria si rivela una figura femminile lasciata in ombra dalle fonti storiche, ma che riprende il suo posto al fianco di un uomo che ha fatto la storia della Chiesa. Che sia un testo autentico o romanzato, la lettera è seria e struggente: la protagonista fa continui riferimenti a fatti di vita condivisa ed anche agli scritti di Sant’Agostino, in particolare a "Le Confessioni".
Della protagonista impressionano l'acutezza e la cultura, donna dal pensiero moderno e sicura di sé, anche in considerazione del periodo storico a cui è fatto risalire il testo. Il romanzo ci offre così una visione inedita e più umana di Sant'Agostino attraverso le riflessioni di Floria, che risvegliano domande sull'uomo, la fede e l'amore.
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l'EROE QUOTIDIANO
Riflessioni di un filosofo
La vita ci offre molta eroicità, come quella dei piccoli eroi quotidiani che compiono vere gesta, con uno sforzo da titani ma l'altezza degli uomini.
Un testo di Delia Steinberg Guzmán, presidente onorario internazionale di Nuova Acropoli e filosofa del nostro tempo, una donna che non solo ha studiato la filosofia ma ne ha fatto uno stile di vita. L’eroe quotidiano è colui che, vedendo i disagi che lo circondano, sceglie di rendersi protagonista del suo tempo storico per un mondo migliore e guidato dalla filosofia nelle scelte di ogni giorno.
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Ci siamo rifatti il look!
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La biblioteca è curata e gestita da volontari: conta più di 4300 volumi e continua a crescere, in quantità e qualità, grazie a donazioni ed acquisti.
Isola di Libri si trova presso la sede dell'Associazione di filosofia, cultura e volontariato Nuova Acropoli, in zona Bicocca, Piazzale Egeo, 8, Milano.
È aperta a tutti ed i suoi servizi sono totalmente gratuiti.
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