Lev Nikolàevič Tolstòj, nome completo del noto Lev Tolstoj, è stato uno scrittore russo (Jàsnaja Poljàna, 1828 - Astàpovo, 1910) di grandissima importanza per la letteratura e il pensiero europeo del secolo Ottocento e inizi Novecento. Perduti i genitori (la madre a due anni e il padre a nove), fu educato da parenti e da precettori francesi e tedeschi. Trascorse l'infanzia e l'adolescenza a Jàsnaja Poljàna, Mosca e Kazàn′. Dal 1844 al 1847 frequentò la facoltà di orientalistica e poi quella di giurisprudenza all'università di Kazàn′ senza tuttavia portare a termine gli studi. Ebbe sempre una certa inquietudine interiore, già dagli anni giovanili, e così provò a cercare risposte nei libri (come la Bibbia o i testi del filosofo francese Rousseau). Nell'età adulta era desideroso di apparire irreprensibile, assetato di sincerità, dotato di un forte senso morale, si dettava rigide regole di comportamento, ricorreva al diario personale come forma di autoverifica ed esame di coscienza.
Si arruolò nell’esercito nel 1851 e prese parte alle operazioni nel Caucaso contro la popolazione ribelle delle montagne locali. Negli stessi anni iniziò a frequentare l’ambiente intellettuale. Nel 1860, proprio durante gli anni delle riforme, fondò a Jàsnaja Poljàna una scuola per i figli dei contadini ed elaborò un originale sistema pedagogico, inteso non come accumulo di nozioni ma come innesco di un’autonoma induzione dei principi generali a partire dai dati empirici. 

Il 1880 potrebbe considerarsi l’anno di svolta per quanto riguarda la vita e la poetica di Tolstoj. Già da tempo era in crisi spirituale, ma in quest'anno viene storicamente datata la conversione di Tolstoj al Cristianesimo, che lui stesso racconterà nel testo dal titolo “Confessione”. Si mise pertanto a lavorare la terra, rinunciò ai propri beni, reputando che il rinnovamento del mondo non potesse avvenire che attraverso il lavoro manuale e individuale; iniziò a predicare la non violenza e negli scritti di questo periodo la ricerca della verità occupa il primo posto.
Si delinearono di conseguenza le teorie dell'allontanarsi da ogni forma di male (che attirò il giovane Gandhi, con il quale intraprese una corrispondenza epistolare sull’argomento), del rifiuto della violenza, dell’aiuto a chi soffre ingiustamente.

L’ultimo quindicennio di vita è infine puntellato di scritti politici, ma vi trova spazio anche il celebre "Che cos’è l’arte?" (1897) in cui Tolstoj afferma che compito dell’arte è diffondere l’amore e la fratellanza tra i popoli. 

Il pensiero e le opere di Lev Tolstoj furono variegati e i temi trattati erano spesso legati al particolare periodo della vita in cui si trovava. Lo caratterizzò un'importante poliedricità, ma senza che mancasse grande profondità e acume sulla natura dell'essere umano e della Vita, per lui gli aspetti principali a cui dare senso e concretezza rendendosi un esempio per gli altri.