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Nel mese di luglio saremo aperti per il ritiro dei libri
il mercoledì dalle 18 alle 20.
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Proseguiamo le celebrazioni dei 700 anni dalla morte di Dante con alcuni approfondimenti sul nostro Sommo Poeta.
Ecco a voi alcune delle curiosità più interessanti e inusuali sulla sua vita!
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Dante fu anche un cavaliere
Sebbene la famiglia non fosse nobile, Dante combatté alcune battaglie a cavallo. Una delle più famose è quella di Campaldino, lo scontro che vide protagonisti i guelfi di Firenze e Pisa contro i ghibellini di Arezzo.
La battaglia, combattuta nella vallata tra Poppi e Pratovecchio, si ricorda come un evento storico fondamentale per l’egemonia di Firenze in Toscana.
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Dante non vide il successo della sua Commedia
L’eredità artistica di Dante è immensa e di un valore inestimabile, ma la morte lo strappò via prima che potesse vedere pubblicata l’ultima cantica della Divina Commedia.
L’autore, infatti, non ha mai avuto modo di conoscere la fama raggiunta dalla sua opera, che fu resa nota grazie ad un grande lavoro di revisione da parte del figlio Jacopo.
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Grazia Deledda
"Tutti siamo impastati di bene e di male, ma quest'ultimo bisogna vincerlo. [...] l'acciaio che è l'acciaio viene temprato e ridotto a spada da chi vuol vincere il nemico."
Sebbene piuttosto scarna di avvenimenti, la vita di Grazia Deledda fu però particolarmente feconda da un punto vista letterario. Nata a Nuoro nel 1871 in una famiglia benestante, dopo aver frequentato le scuole fino alla quarta elementare proseguì gli studi con un precettore, dal momento che al tempo, anche in Sardegna, le ragazze non frequentavano le scuole superiori. Di fatto la sua formazione, soprattutto letteraria, è stata da autodidatta.
Di carattere quieto e trattenuto, la sua giovinezza venne segnata da una serie di tragedie familiari molto dolorose: il fratello maggiore abbandonò gli studi e divenne un alcolizzato, il più giovane fu arrestato per piccoli furti, il padre morì quando lei aveva soltanto 21 anni e la famiglia dovette affrontare gravi difficoltà economiche. Quattro anni più tardi morì anche la sorella Vincenza.
Nel frattempo, però, la giovane sarda aveva iniziato a scrivere. Pubblicò la sua prima novella nel 1886, all'età di quindici anni, su un giornale nuorese. Due anni dopo cominciò a collaborare con vari altri giornali e riviste e, pian piano, cominciò a diventare sempre più nota e apprezzata. Nell'ottobre del 1899 si trasferì a Roma e l'anno seguente sposò Palmiro Madesani, funzionario del Ministero delle Finanze.
A livello stilistico, i primi critici, considerate le ambientazioni dei suoi romanzi ed i temi trattati, la collocarono all’interno della scuola verista, ma la sua opera differisce molto dal puro verismo, influenzata com’è dalle letterature russe nei toni fiabeschi del racconto. Inoltre le storie raccontate risentono sempre di una certa impronta autobiografica, altro fattore che impedisce di avere quel distacco dalla narrazione che è un elemento caratterizzante della narrativa verista. Si è quindi di fronte ad un’autrice in grado di assorbire e rielaborare le lezioni dei grandi romanzieri, i russi su tutti, ed usarle per modernizzare la letteratura italiana e farla dialogare con quella europea. Un’operazione che rende difficile collocarla in una precisa corrente letteraria.
Tra le sue tante opere, particolarmente note sono Elias Portolu (1903), L’edera (1912), Canne al vento (1913), Marianna Sirca (1915) e La madre (1920).
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Neruda scriveva così: "chiunque non legga Cortázar è condannato". Julio Cortázar con le parole crea mondi, veri e propri sogni, così strani che al risveglio si vorrebbe avere l'illusione di poterci ritornare. Il libro, composto da 4 parti, ruota intorno a certi esserini in continua contrapposizione tra loro: i Cronopios, verdi, umidicci eppure poetici, allegri, matti; ed i Famas, grigiastri, efficienti, razionali e sin troppo normali. Ogni pagina, oltre che essere un grande esempio di prosa letteraria di alto livello, può essere interpretata come un oracolo, dice molto più di ciò che sembra. La scrittura di Cortázar è in equilibrio tra la perfetta costruzione geometrica e il trionfo della fantasia più surreale. Insomma, una lettura irrinunciabile, che affascina, incanta e fa riflettere!
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Un testo di Delia Steinberg Guzmán, presidente onorario internazionale di Nuova Acropoli e filosofa del nostro tempo, una donna che non solo ha studiato la filosofia ma ne ha fatto uno stile di vita. L’eroe quotidiano è colui che, vedendo i disagi che lo circondano, sceglie di rendersi protagonista del suo tempo storico per un mondo migliore e guidato dalla filosofia nelle scelte di ogni giorno.
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