Italo Calvino (1923-1985) oltre che uno dei maggiori scrittori del secondo ‘900, è stato un intellettuale impegnato politicamente, civilmente e culturalmente, i cui interessi hanno riguardato anche il teatro, il cinema, la musica, il fumetto e l’arte in generale. Ha aderito alle principali tendenze culturali del suo tempo, ma seguendo un percorso di ricerca personale. Questo spiega come la sua opera presenti una grande varietà di atteggiamenti, riflettendo il legame con i vari indirizzi culturali a lui coevi e una sostanziale unità dovuta al suo atteggiamento razionalistico e all'interesse per le scienze, filo conduttore della riflessione sulla storia e società contemporanea.

Come molti scrittori della sua generazione, esordisce come autore di guerra, collocandosi sulla scia del movimento neorealista, nel tentativo riuscito di una rappresentazione della realtà che coniuga la letteratura con l’impegno politico, adottando un punto di vista oggettivo tramite il quale i ricordi diventano la misura della comprensione del mondo. In questa fase la scrittura è guidata dalla consapevolezza di aver partecipato a grandi eventi storici e di dovere contribuire alla ricostruzione morale dell’umanità. Capolavoro di questa prima fase è l’opera “Il sentiero dei nidi di ragno”, interessante anche per lo sdoppiamento dei piani interpretativi: da una parte il livello puramente narrativo, semplice e comprensibile a tutti, e dall’altra quello più sottile allegorico-simbolico.

Questo sdoppiamento si ritrova anche nella produzione del periodo fantastico, legato alla sua attrazione per la letteratura popolare, con particolare attenzione al mondo delle fiabe. Di questo periodo fanno parte i capolavori “Il visconte dimezzato”, “Il barone rampante” e “Il cavaliere inesistente” (che compongono la trilogia de “I nostri antenati”), nei quali, come in tutto questo filone, l’autore mescola elementi fantastici con l’ambientazione storica, mantenendo sempre un certo razionalismo illuminista. 

L’ultima produzione, a partire dagli inizi degli anni ’70, è ritenuta la più originale per la carica sperimentale legata a una nuova idea di letteratura, intesa ora come artificio e gioco combinatorio: l'autore crea un testo a partire da regole fisse che ne determinano la forma e concepisce il romanzo come un meccanismo che gioca con le possibili combinazioni delle parole. In questa nuova concezione di scrittura rientrano numerosi influssi, quali lo strutturalismo, la semiologia e la scrittura labirintica e tutti contribuiscono a condurre Calvino verso la forma del romanzo “metatestuale”, di cui sono esempi “Le città invisibili” e “Se una notte d’inverno un viaggiatore”.

Un autore che, nel corso della sua produzione, arriva ad essere un ponte tra il passato prossimo del neorealismo e il futuro della letteratura del nuovo millennio con le sue caratteristiche di leggerezza, rapidità e molteplicità.