Marco Aurelio (121-180 d.C), oltre ad essere considerato l’ultimo dei cinque buoni imperatori, è noto anche come “l'imperatore filosofo”, sia per il suo grande interesse verso la filosofia stoica che per il tentativo costante nell’arco della sua vita privata e pubblica di vivere e governare secondo i principi filosofici che aveva fatto propri. Studioso di lettere latine e greche, scienze giuridiche ed eloquenza, fu attratto specialmente dagli studi filosofici e, durante un impero che si svolse tra continue difficoltà quali guerre, carestie e pestilenze, nel suo ruolo di imperatore, compì stoicamente il suo dovere per ciò che atteneva al suo ruolo politico, pur consapevole che la propria azione non sarebbe stata in grado di contrastare l'irrazionalità che travaglia il mondo umano. Collaborativo con il Senato e oculato nell’amministrazione dello Stato, la sua opera legislativa fu improntata a sentimenti di umanità che lo portarono a reprimere gli abusi di autorità, a tutelare i minori e a stabilire norme più benevole verso gli schiavi. Un senso di “adiaforia” (in greco “indifferenza”, la disposizione di spirito di colui che, bastando a sé stesso, mantiene immutata la propria serenità e autosufficienza d'animo) si ritrova nei suoi “Colloqui con sé stesso”, un diario intimo o - meglio ancora - un testamento interiore, in cui, con un accento sul senso di impotenza dell'Uomo di fronte agli Dei e sulla superficialità delle rappresentazioni umane, il sapiente e filosofo prova in vita a fuggire dalle illusioni del mondo e dalla sua materialità. Di fronte a questo mondo con le sue realtà caduche, la via del saggio si impernia nello svolgere un moto interiore che dà significato alla propria esistenza individuale.
Quest’opera ha goduto sempre di grande fama, non solo per i concetti filosofici che vi sono esposti ma soprattutto per l'universalità e la sincerità delle riflessioni: quasi un intimo colloquio dell'anima con sé stessa. I pensieri che vi sono raccolti colpiscono tanto per la loro semplicità - siano essi profondi o del tutto comuni e quotidiani - quanto per l'immediatezza e la schiettezza con cui sono espressi, che rivelano un'umiltà di spirito sorprendente e d'ispirazione per tutti, oggi come sempre.