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Biblioteca Isola di Libri - Newsletter ottobre 2021

 

NEWSLETTER
OTTOBRE 2021

La Biblioteca Isola di Libri è aperta al pubblico per iscrizioni e ritiro tutti i mercoledì dalle 18.00 alle 20.00 
nel rispetto delle disposizioni in vigore per l'emergenza sanitaria.

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Lo sapevi che...?
Ispirandoci all'iniziativa dell'Accademia della Crusca, La parola di Dante fresca di giornata, vi presentiamo questo mese due parole che ricorrono nella Divina Commedia, parole comuni e note rilette con una nuova prospettiva.
"Ahi serva Italia, di dolore ostello,
nave sanza nocchiere in gran tempesta,
non donna di provincie, ma bordello!"
(VI canto, Purgatorio)
 
Il nome dell'Italia ricorre ben undici volte nella Commedia, e non sempre come semplice riferimento geografico per indicare la penisola. Dante non aveva sviluppato un'idea di nazione italiana come l'abbiamo noi o come l'ebbero gli uomini del Risorgimento, e tuttavia aveva ben chiara l'identità comune che univa e unisce tuttora gli abitanti della terra dove il sì suona. Anche in questo senso possiamo definire Dante come uno dei nostri "padri della patria". Ricordiamocene per dare al Sommo Poeta il giusto riconoscimento!
 
"Tu se' lo mio maestro e 'l mio autore,
tu se' solo colui da cu' io tolsi
lo bello stilo che m'ha fatto onore."

(I canto, Inferno)

In questo e in molti altri passi (in un caso nella forma ridotta mastro, in rima con "vincastro" e "’mpiastro"), il sostantivo è riferito a Virgilio e lo qualifica come "modello, esempio da seguire" e come "guida". In Dante la parola indica anche l’insegnante di scuola, chi insegna una disciplina o un’arte, o l’artefice (e con tal senso si riferisce anche a Dio, in quanto creatore dell’universo).

ALLA SCOPERTA DI...

Cesare Pavese

"Amore è desiderio di conoscenza"

Cesare Pavese (Santo Stefano Belbo 1908 – Torino 1950) è stato uno scrittore, poeta, traduttore e critico letterario italiano ed è considerato uno dei maggiori intellettuali italiani del XX secolo.
Malgrado l'agiatezza economica, la sua infanzia non fu felice: orfano di padre, venne allevato dalla madre con un’educazione rigorosa, che contribuì ad accentuare il suo carattere già introverso e instabile.
Giovanissimo, al ginnasio inferiore, incominciò ad appassionarsi alla letteratura e a scrivere i primi versi. Conseguita la maturità liceale, si iscrisse alla Facoltà di Lettere e continuò a scrivere e a studiare con grande fervore l'inglese, appassionandosi alla letteratura americana, mentre le sue amicizie si allargarono a coloro che diventeranno, in seguito, intellettuali antifascisti di spicco.
Nel 1930, alla morte della madre, andò ad abitare con la sorella Maria e la sua famiglia, con i quali visse fino al penultimo giorno della sua vita. Incominciò in modo sistematico l'attività di traduttore alternandola all'insegnamento della lingua inglese e alla pubblicazione di articoli di critica letteraria sugli autori americani che andava traducendo.
Nel 1935, accusato di antifascismo, venne arrestato e, in seguito al processo, condannato a tre anni di confino a Brancaleone Calabro, dove rimase solo un anno a seguito dell’accoglimento della richiesta di grazia. Rientrato a Torino, riprese il lavoro di traduttore presso Einaudi e ritornò alla scrittura, privilegiando però racconti e romanzi brevi. Durante la guerra si nascose presso la sorella, sfollata nel Monferrato e, ritornato a Torino dopo la liberazione, venne subito a sapere che tanti amici erano morti, fatto che lo portò dapprima ad isolarsi dai compagni rimasti ed in seguito ad iscriversi al Partito comunista, iniziando una collaborazione con il quotidiano l'Unità.
Nel periodo compreso tra il 1936 e il 1949 la sua produzione letteraria fu ricchissima e particolarmente frenetica tra il 1947 e il 1948: contemporaneamente a Il compagno, scrisse La casa in collina, Il diavolo sulle colline e La luna e i falò, opera di narrativa conclusiva della sua carriera letteraria, pubblicata nel 1950, anno in cui vinse anche il Premio Strega con La bella estate.
Il successo letterario non bastò a compensare un’inquietudine esistenziale accentuatasi negli ultimi anni, che lo portò al suicidio a soli 42 anni e che ben si ritrova ne Il mestiere di vivere.
La sua scrittura sa essere allo stesso tempo coinvolgente per le vicende che racconta e profonda nel suo continuo scavare nell'animo umano, che lo porta a riflettere su alcuni temi ricorrenti: l’infanzia come passato originario irrecuperabile oltre il desiderio, i ritmi finiti della realtà e della natura contrapposti all'eternità ed immortalità del mito, la città come luogo di finzione e la maschera che costantemente si indossa di fronte allo sguardo altrui… e, a volte, persino di fronte a sé stessi.
CONSIGLI DI LETTURA
Vi proponiamo alcuni consigli per letture interessanti, per arricchirci e riflettere!
Sono testi che potete trovare presso la nostra Biblioteca Isola di Libri. 
È possibile contattarci via email all'indirizzo 
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Giorni in Birmania di George Orwell tratta gli anni del colonialismo inglese in Birmania, osservati con lo spirito critico caratteristico dell'autore. Presenta descrizioni incisive e personaggi tratteggiati con pennellate efficaci, con una straordinaria capacità di denunciare la storia e i suoi miti.
Orwell ha effettivamente trascorso un periodo della sua vita in Birmania, ne conosceva i luoghi e rappresenta l'arroganza dei colonizzatori come testimone diretto, nonostante riesca sempre ad amalgamare finzione e realtà storica in una narrazione molto riuscita ed accattivante. L'autore affronta con veridicità temi difficili, quali l’uguaglianza, la globalizzazione, la politica, i sentimenti umani e l’importanza dei riti e dell’arte, tanto che gli editori del tempo temevano di pubblicare il libro per paura di essere citati in giudizio per diffamazione.

Un testo affascinante, intenso, autentico.

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