Marcel Proust (1871-1922) è il più rappresentativo scrittore del suo tempo: il panorama culturale europeo e francese tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo è stato tanto animato sul piano del pensiero da far ritenere che un nuovo mondo stesse sostituendo il vecchio. Per i pensatori di fine ‘800 come Bergson, di cui è forte l’influenza su Proust, per "vecchio" era da intendere la precedente cultura positivista e per nuovo la cultura del suo tempo, che cercava nella soggettività e nell'interiorità, anche irrazionale ed inconscia, la spiegazione di ogni problema. Ma oltre che della filosofia spiritualista e di alcuni principi della poetica del decadentismo che da essa discendevano, “La recherche du temps perdu” (La ricerca del tempo perduto), summa di tutta la sua opera, mostra di risentire anche un aspetto della tradizione classica francese: la tendenza a ricercare con scrupolo e razionalmente le cause degli eventi, "le verità dell’intelligenza", che unite a quelle "delle sensazioni", dovrebbero costituire il contenuto dell’opera d’arte.
Ecco come antico e nuovo concorrono a farne l'opera rappresentativa di un'epoca, dove al materiale culturale, sia esso classico o moderno, si unisce la sensibilità individuale dell’autore, che lo anima con proprie aspirazioni e tendenze e fa sì che la sua voce suoni diversa pur in una condizione comune. Ed ecco perché, pur essendo noto soprattutto come autore di riflessioni sulla memoria e sul tempo, varie ed eterogenee sono le tematiche che affronta. Tra queste trovano posto tanto la descrizione dell’ambiente alto-borghese ed aristocratico, con tutto il suo snobbismo e la sua decadenza, quanto il valore testimoniale di avvenimenti storici importanti, ma anche racconti privati su luoghi e persone dell’infanzia o su ricordi in grado di spezzare la dicotomia tra passato e presente, e di giungere a una sorta di atemporalità.
Pensando a Proust si pensa soprattutto alla "Recherche": essa può essere definita un’opera-mondo, per la sottesa ambizione letteraria e filosofica di inglobare la totalità dell’orizzonte umano e culturale di riferimento, o un saggio-romanzo, genere ibrido in cui la contaminazione fra teoria e narrazione è molto forte, nel quale si osservano, dispersi fra le intricate vicende di una narrazione ampia e complessa, richiami precisi alle più importanti questioni di natura umana, culturale e sociale.